In Duomo la celebrazione di suffragio per papa Francesco:

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In Duomo il ricordo di papa Francesco, tra preghiera, commozione e testimonianze civili e religiose.


«Questa sera non siamo qui per commemorare, né per rievocare la figura e il pontificato di papa Francesco. Siamo qui per pregare, per vivere e celebrare la Pasqua che lui ha celebrato domenica e compiuto lunedì». Con queste parole dell'Arcivescovo ha avuto inizio, in Duomo, la celebrazione di cordoglio e suffragio per il Santo Padre Francesco, che ha riunito una folla di fedeli. In prima fila le autorità civili e militari: il sindaco di Milano Giuseppe Sala, il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, il prefetto, il questore e numerosi rappresentanti istituzionali.

La Messa è stata concelebrata dai Vescovi ausiliari, dai Vicari episcopali e da molti sacerdoti accorsi per un momento di preghiera e memoria. Il rito è iniziato con l’accensione di un cero davanti all’immagine di papa Francesco, esposta per l’occasione sull’altare maggiore.

Nell’omelia, il vescovo Mario Delpini ha richiamato le Letture del tempo pasquale e, ripercorrendo i giorni dell’Ottava di Pasqua in cui il Papa è morto, ha tracciato i lineamenti del cristiano autentico, che vive la Pasqua ogni giorno della sua vita, così come ha testimoniato questo pontefice tanto amato.

«Un cristiano che ha fatto Pasqua»

«Che cosa possiamo dire di papa Francesco?», ha domandato l'Arcivescovo. «In questi giorni si parla molto di lui, si analizzano i tratti del suo ministero come Vescovo di Roma e servo dei servi nella Chiesa universale. Un uomo che ha dato voce a chi non l’aveva, un profeta che ha invocato pace, forse invano. Si potrebbe dire molto, ma credo che basti affermare questo: papa Francesco è stato un cristiano che ha fatto Pasqua. Ha conosciuto il timore e la gioia grande, e si è speso per sostenere la fede e la perseveranza dei fratelli. È stato scomodo e provocatorio con la sua parola evangelica, indicando uno stile di vita, un’attenzione ai poveri e un incessante cammino di conversione».

Un cammino, ha aggiunto Delpini, che oggi tutti sono chiamati a proseguire, soprattutto con la preghiera. Durante la celebrazione, l’Arcivescovo ha anche mostrato il calice donato da Francesco alla Diocesi in occasione della sua visita del 25 marzo 2017, rimasta indimenticabile per i milanesi.

Il ricordo delle istituzioni

Anche le autorità presenti hanno voluto ricordare la figura del Papa. Il sindaco Sala, che incontrò Francesco all’Expo 2015 e poi nella visita milanese del 2017, ha parlato di «una guida» capace di interpretare i tempi: «Oggi un Papa forse non può fermare una guerra e fatica a farsi ascoltare dai potenti, ma può — e deve — parlare alla gente. È quello che ha fatto Francesco, passando da una leadership politica a una morale. A mio avviso, è stato straordinario nel comprendere il momento storico e nel comportarsi di conseguenza. Dobbiamo custodire il suo insegnamento in questa città».

Anche il presidente Fontana ha ricordato un momento personale toccante: «Il ricordo più vivo è l’incontro a Roma con i sanitari lombardi che avevano combattuto il Covid. Ci ringraziò per il nostro impegno, volle stringere la mano a ciascuno di loro per esprimere vicinanza e solidarietà. Un gesto prezioso, soprattutto in quel periodo difficile».

Così Milano, nel raccoglimento del Duomo, ha voluto affidare a Dio la memoria e il testimone di un pontefice che ha segnato il tempo con la sua umanità e il suo Vangelo.


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Omelia di Mons. Mario Delpini
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