Ascensione del Signore: la comunità si ritrova unita nella celebrazione in Santuario

COMUNITÀ

Una serata di fede, ascolto e comunione


La solennità dell’Ascensione, celebrata con raccoglimento giovedì 29 maggio, ha visto la comunità riunirsi in Santuario per vivere insieme un passaggio fondamentale del cammino cristiano: il ritorno di Gesù al Padre.

Nel suo intervento durante l’omelia, don Alessio ha invitato i fedeli a riflettere sulla presenza viva di Gesù nel quotidiano, ricordando che l’Ascensione non rappresenta un distacco, ma un invito alla responsabilità:

“Gesù è risorto, presente in mezzo a noi, ma con una presenza che chiede a noi di essere consapevoli e responsabili.”

Come raccontato nel Vangelo, i discepoli restano a fissare il cielo dopo aver visto il Signore ascendere. Anche noi, oggi, rischiamo di restare fermi, distratti, incapaci di riconoscere la chiamata all’azione.

“Perché vi state qui, con la testa tra i muri, a guardare per aria? Tornate, fate quello che vi ha detto il Signore.”

L’invito è chiaro: ritornare alla Parola di Dio, non come un testo da lasciare sul comodino, ma come nutrimento quotidiano.

“Il Vangelo è anche quello che ascoltiamo, quello che conosciamo già, ma che qualche volta lasciamo impolverato sul nostro comodino. E invece contiene la parola che Gesù dice proprio a noi.”

Don Alessio ha anche sottolineato il ruolo degli “angeli” che ci richiamano alla realtà. Non figure alate, ma persone reali che ci scuotono dal torpore spirituale e ci riportano alla concretezza della fede:

“Sono le persone che ci richiamano al presente, rinfacciandoci le nostre stesse parole. Sono le persone che chiedono il nostro aiuto.”

Il messaggio conclusivo è un incoraggiamento a vivere con fiducia e con impegno il proprio cammino cristiano:

“Chiediamogli, su questo legame della festa della sua ascensione, il dono di sentire che Lui ci accompagna, ma non si sostituisce al nostro cammino.”

Una celebrazione intensa, che ha rinnovato il senso di appartenenza e missione per tutti i presenti: non solo spettatori del mistero della fede, ma protagonisti di una testimonianza viva, nel mondo.


 

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