Martini e la benedetta/maledetta Milano

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Anniversario


Carlo Maria Martini fu uomo e pastore presente al suo tempo, sintonizzato sul “cambio d’epoca”, da una società statica a una società dinamica, da una società tradizionale e omogenea a sfondo cristiano a una società moderna e pluralista investita da processi di scristianizzazione. Al centro della quale sta appunto la città, non più intesa come unità armonica (raccolta simbolicamente e urbanisticamente intorno alla chiesa), ma come conglomerato urbano complesso e policentrico.

Le origini e la formazione
Dunque, la città è tema centrale nella riflessione e nell’azione di Martini. A ciò lo abilitava anche la sua estrazione e la sua esperienza personale: un figlio della borghesia torinese, che, già prima della sua nomina episcopale, aveva sviluppato una ricca rete di relazioni (e di una conseguente apertura) internazionale. Si pensi all’Istituto Biblico e alla Gregoriana di Roma. In un tempo nel quale ancora – ricordo una ricerca al riguardo – la più parte dei vescovi italiani si era formata nel contesto di una cultura/ambiente, se non più contadina, tuttavia non ancora dominata dalla cifra della industrializzazione e della urbanizzazione.

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