FOM
Un’educatrice e un ragazzo sono una di fronte all’altro, in atteggiamento di preghiera. Le loro mani si congiungono come se la loro preghiera fosse la stessa, proprio «perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro» (Mt 18, 20). Sono sotto un grande albero, a sostare su un prato. Il bianco luminoso – quello della Trasfigurazione (cfr. Mc 9, 3) – li avvolge: la sosta è abitata e illuminata dalla presenza dello Spirito, perché anche se «non sappiamo infatti come pregare in modo conveniente» è lo Spirito che intercede per noi e in noi (cfr. Rm 8, 26).
Questa è una breve descrizione del logo del nuovo anno oratoriano che si basa sulla Proposta pastorale 2022-2023 «Kyrie, Alleluia, Amen». Per i ragazzi e le ragazze, accanto a queste tre parole chiave che determineranno percorsi di accompagnamento e attività di animazione sul tema della preghiera, campeggerà negli oratori ambrosiani lo slogan «Sostare con te», per indicare che è fermarsi l’atteggiamento opportuno per mettersi alla presenza del Signore e vivere, nel quotidiano, l’esperienza dell’incontro con Dio.
Accompagnare all’incontro con Dio
Nella Proposta pastorale l’arcivescovo Mario Delpini ha indicato la strada agli educatori: «Chi vuole bene ai giovani, chi si prende cura di loro sa che il servizio più importante da rendere è accompagnarli all’incontro con Dio perché diventino adulti, rispondendo al Signore che li chiama» (Kyrie, Alleluia, Amen, Proposta pastorale 2022-2023, pag. 63). L’educazione alla preghiera per ragazzi e adolescenti non può che essere orientata in chiave vocazionale. Attraverso la sosta e la definizione di momenti in cui ritrovarsi di fronte al Signore e in dialogo con lui, i ragazzi saranno invitati ad affidare la loro vita, a costruirla all’interno di un rapporto costante con Dio.
L’oratorio è per definizione il luogo in cui si insegna e si impara a pregare, in vista di una crescita personale e di una maturazione nella fede: da sempre in oratorio ci sono tempi e spazi di preghiera, in riferimento anche agli itinerari dell’iniziazione cristiana e, in seguito, alla pastorale per i preadolescenti e gli adolescenti, ma pensando anche a ogni occasione di laboratorio e di animazione e ai momenti informali di condivisione e amicizia, nei quali la preghiera è un elemento immancabile. Lo spiega bene don Stefano Guidi, direttore della Fom, chiarendo il senso del logo dell’anno oratoriano: «L’invito dell’Arcivescovo interroga la vita di preghiera dei nostri oratori. La preghiera non è una tra le varie attività, ma è il cuore pulsante dell’oratorio, la linfa che scorre e che nutre il grande albero dell’oratorio».
«Sostare con te» sarà dunque una proposta che punterà a verificare gli spazi, i tempi, le modalità della preghiera fatta in oratorio perché possa intercettare la vita dei ragazzi, possa essere accolta come forma abituale e normale delle loro esperienze e orientare pian piano le loro scelte, su imitazione del Signore Gesù.
Più della quantità, lo stile
«L’invito dell’Arcivescovo non intende aumentare la quantità della preghiera in oratorio – chiarisce il direttore della Fom -, piuttosto ci interroga sullo stile della nostra preghiera. Il Vangelo ci racconta che i discepoli vedono Gesù pregare e si sentono attratti dal modo in cui la preghiera alimenta la sua vita e la trasforma. Da qui la domanda: “Maestro, insegnaci a pregare”. È una richiesta paradossale, se ci pensiamo: i discepoli sapevano già come pregare secondo le tradizioni, conoscevano molto bene le preghiere, i riti e le celebrazioni previste dalla religione giudaica. Ma sono attratti dal modo di pregare di Gesù. Lo stesso può valere anche per noi e per i ragazzi e le ragazze che accompagniamo: insegnare le preghiere e recitarle è una cosa buona, ma il cuore della questione è pregare come Gesù».