CEI
Il luogo attrae da sé. La sua parabola ascendente lo conferma. È stata «vergogna d’Italia», poi «patrimonio dell’UNESCO», quindi «Capitale europea della Cultura». Dal 22 al 25 settembre Matera conoscerà un altro upgrade. Sarà sede del Congresso eucaristico nazionale, che si concluderà con la Santa Messa presieduta da papa Francesco.
Torniamo al gusto del pane
Il tema dell’incontro – «Torniamo al gusto del pane. Per una Chiesa eucaristica e sinodale» – è già stato approfondito nei mesi scorsi dalle comunità parrocchiali del nostro Paese. La Cei, fin dall’annuncio dell’evento, infatti, lo ha definito «parte integrante del Cammino sinodale delle Chiese in Italia, in quanto manifestazione di una Chiesa che trae dall’Eucaristia il proprio paradigma sinodale».
La famosa provincia della Basilicata – una delle città più antiche del mondo, con oltre 8 mila anni di storia – può condividere tradizioni semplici, ma di schietto rimando teologico. Come quella attribuita al noto alimento locale.
Una lievitazione in verticale
Per risparmiare spazio nel forno e mettere più pane, si sviluppò nel tempo la tecnica della lievitazione in altezza. Queste poche righe non permettono maggiori dettagli, ma tale fattura richiama direttamente la teologia della Santissima Trinità. La manualità nel confezionare il prezioso impasto segue una precisa liturgia (nel senso proprio di rimando al trascendente).
Alcune regole del bon ton popolare, del resto, sono presenti sull’intero territorio nazionale. Il pane è sacro: se cade a terra si raccoglie, si pulisce, si bacia e si mangia; non va messo sulla tavola a testa in giù, rappresenta il volto di Gesù; non si butta nemmeno una briciola, col pane indurito si preparano piatti speciali ancora oggi.
L’Arcivescovo di Matera-Irsina, Antonio Giuseppe Caiazzo, ha avvalorato questa ricca lettura simbolica. Legandola pure a scenari contemporanei. La guerra peggiore – ha detto, per esempio, riferendosi a episodi di attualità bellica – «è il ricatto all’umanità, soprattutto quella più povera e bisognosa, attraverso la privazione del grano e quindi del bene primario che è il pane».
Le catechesi preparatorie
Più sistematiche sono state le catechesi e le meditazioni, raccolte in un sussidio, offerte alle comunità parrocchiali in preparazione al Congresso di Matera.
Paolo Tomatis, presidente dell’Associazione professori di Liturgia, ha approfondito il tema «Eucaristia, esperienza e palestra sinodale». Il Sinodo, ha ricordato, evoca da una parte il camminare insieme e dall’altra il radunarsi insieme («sinassi»). Vale per ogni assemblea ecclesiale. Vale, in modo paradigmatico, per l’Eucaristia domenicale.
Marco Gallo, direttore della Rivista di Pastorale Liturgica, si è soffermato, poi, sul binomio «Eucaristia è missione». Il presbitero di Saluzzo ha sottolineato come l’Eucarestia non sia una fuga dal mondo, ma un invio missionario a portare nel mondo il Dio incontrato. Il dominicum non esiste senza missione, ricreazione, contatto con la natura, con i poveri, con il discernimento dell’azione nel mondo che aspetta i fedeli. Il Regno futuro è anticipato, nel rito, dalle parole e dai gesti.
L’Ufficio per la pastorale del lavoro dell’arcidiocesi materana, infine, ha indagato il legame tra «Eucaristia e salvaguardia del creato». Il pane che ogni giorno è sulla tavola delle case è frutto della terra e del lavoro dell’uomo. Dio ha scelto lo stesso «luogo» per manifestarsi. Celebrando e adorando l’Eucaristia l’uomo si riconcilia con Dio, con i fratelli, con tutto il creato, con tutte le dimensioni della vita umana e della vita sociale, sperimentando così l’ecologia integrale.
I giorni che si aprono a Matera saranno scanditi da momenti di adorazione, celebrazione, meditazione, vita fraterna. Anche chi non sarà fisicamente in Basilicata potrà condividere le stesse grazie. Una Santa Messa «sotto casa», la si trova ovunque.