Anniversario
I segni
La celebrazione sarà arricchita da alcuni segni particolari. Anzitutto, dalle 16.15, saranno letti alcuni passaggi del discorso che San Giovanni XXIII pronunciò all’apertura del Concilio, Gaudet Mater Ecclesia. Inoltre, saranno proclamati da Emanuele Ruzza e Stefania Squarcia alcuni testi delle quattro costituzioni Conciliari, Dei Verbum, Sacrosanctum Concilium, Lumen gentium, Gaudium et spes. Al termine di queste letture un gruppo di vescovi e sacerdoti accederà nella Basilica di San Pietro con una solenne processione, per ricordare la processione di vescovi che aprì il Concilio 60 anni fa.
Al termine dell’Eucaristia papa Francesco accenderà le fiaccole ad alcuni fedeli, che passeranno la fiamma a quanti sono radunati in Basilica e darà a tutti il mandato di tenere vivo l’insegnamento del Concilio. In questo modo, uscendo nella Piazza San Pietro, si ricorderà la fiaccolata che ebbe luogo la sera dell’11 ottobre di sessant’anni fa, con il famoso «Discorso della luna» di Giovanni XXXIII, che si concludeva con il celebre invito a portare «la carezza del Papa» ai bambini e ammalati.
Il pericolo nucleare
«A proposito dell’inizio del Concilio, 60 anni fa, non possiamo dimenticare il pericolo di guerra nucleare che proprio allora minacciava il mondo. Perché non imparare dalla storia? – ha detto il Papa durante l’Angelus pronunciato ieri in piazza San Pietro -. Anche in quel momento c’erano conflitti e grandi tensioni, ma si scelse la via pacifica». Poi il riferimento al libro di Geremia: «Sta scritto nella Bibbia: “Così dice il Signore: Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi dei sentieri del passato, dove sta la strada buona percorretela, così troverete pace per la vostra vita”».
«Il Sinodo frutto di quell’assise»
«Il 60° anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II è un momento di particolare grazia anche per il Sinodo, che rappresenta un frutto di quell’assise ecumenica, anzi una delle sue “più preziose eredità”». Lo scrive in una nota la Segreteria generale del Sinodo, citando le parole di papa Francesco, tratte dalla costituzione apostolica Episcopalis Communio. «Il Synodus Episcoporum, infatti, è stato istituito da San Paolo VI all’inizio del quarto e ultimo periodo del Concilio (15 settembre 1965), venendo incontro alle richieste avanzate da numerosi padri conciliari».
Soffermandosi sullo scopo del Sinodo, la segreteria spiega che «era e rimane quello di prolungare, nella vita e nella missione della Chiesa, lo stile del Concilio Vaticano II, nonché di favorire nel Popolo di Dio la viva appropriazione del suo insegnamento». Un compito che «è un processo in atto, addirittura per certi aspetti ancora agli inizi». «Nel corso di questi decenni – sottolinea la nota -, il Sinodo si è posto costantemente al servizio del Concilio, contribuendo per la sua parte a rinnovare il volto della Chiesa, in una sempre più profonda fedeltà alla Sacra Scrittura e alla vivente Tradizione e in attento ascolto dei segni dei tempi».
Infine, un riferimento al processo sinodale in corso, dedicato a «La sinodalità nella vita e nella missione della Chiesa»: “Si situa nel solco del Concilio. La sinodalità è in tutto un tema conciliare, ancorché tale termine – di conio recente – non si trovi espressamente nei documenti dell’assise ecumenica. La magna charta del Sinodo 2021-2023 è la dottrina del Concilio sulla Chiesa, in particolare la sua teologia del Popolo di Dio».
Articolo tratto dal portale della Diocesi Chiesadimilano.it
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