1 e 2 novembre
Giorni del ricordo e della presenza dei nostri Defunti assieme a noi. Insieme alla festa di tutti i Santi in cui contempliamo la moltitudine immensa dei Santi, questa visione dovrebbe aprire il nostro cuore, il nostro sguardo. Oltre le nostre preoccupazioni, i nostri progetti, i nostri giudizi sugli altri, i nostri piccoli rancori.
Un grande teologo tedesco, Karl Rahner, nella sua ultima lezione all'università di Friburgo, nel 1974 (aveva 80 anni e poche settimane dopo sarebbe morto) disse queste parole che sono quasi un testamento spirituale, lo sguardo sulla morte di un uomo al tramonto della vita.
“Un giorno gli angeli della morte spazzeranno via dai meandri del nostro spirito tutti quei rifiuti inutili, che diciamo la nostra storia (anche se la vera essenza della libertà messa in atto rimarrà); un giorno tutte le stelle dei nostri ideali, con cui noi stessi avevamo arrogantemente drappeggiato il cielo della nostra esistenza, cesseranno di brillare e si spegneranno; un giorno la morte introdurrà un vuoto straordinariamente silente, e noi accoglieremo tale vuoto con fede, speranza e in silenzio come la nostra vera essenza; un giorno tutta la nostra vita precedente, per quanto lunga, ci apparirà come un’unica breve esplosione della nostra libertà, che ci sembrava estesa solo perché la vedevamo come al rallentatore, una esplosione in cui la domanda si è trasformata in risposta, la possibilità in realtà, il tempo in eternità, la libertà offerta in libertà tradotta in atto; un giorno scopriremo, terribilmente spaventati e ineffabilmente giubilanti, che questo vuoto enorme e silente, che noi sentiamo come morte, è in realtà riempito da quel mistero originario che diciamo Dio, dalla sua luce pura e dal suo amore che tutto ci toglie e tutto ci dona; un giorno da questo insondabile mistero vedremo emergere il volto di Gesù, il Benedetto, vedremo che esso ci guarda e che questa concretezza è il superamento divino di tutta la nostra vera accettazione dell’incomprensibilità del Dio senza forme: ecco, ecco all’incirca come vorrei, non dico descrivere ciò che viene, ma perlomeno indicare balbettando come possiamo provvisoriamente attenderlo, nel mentre sperimentiamo il tramonto stesso della morte come l’inizio di ciò che viene.”
La fede nella Resurrezione ci dona la speranza che nulla va perduto della nostra vita, nessun frammento di bontà e di bellezza, nessun sacrificio per quanto nascosto e ignorato, nessuna lacrima e nessuna amicizia. Se ripenso alla mia vita, se la guardo nella prospettiva ampia dei Santi e dei Morti, quanta piccolezza! Quanta dispersione in cose da poco, in preoccupazioni inutili per i giudizi altrui! Cosa resta? Oltre all'amore ricevuto e dato, il resto non lascia spazio ad altro che a un cuore contrito.
|
||||