In Duomo
La buona notizia che nasce dalla gioia, che vince la rassegnazione, che viene dalla passione di annunciare il Vangelo e dalla missione che continua. Nella IV domenica dell’Avvento ambrosiano, la tradizionale Messa vespertina presieduta dall’Arcivescovo in Duomo, e concelebrata dai Canonici del Capitolo metropolitano della Cattedrale, si arricchisce di un gesto simbolico, ma molto significativo, con la consegna da parte dell’Arcivescovo all’intera Diocesi, rappresentata dal vicario episcopale per la Zona I monsignor Carlo Azzimonti, del Direttorio per le Comunità pastorali (leggi qui) e, a conclusione della celebrazione, con il dono del testo dell’omelia (che sarà l’introduzione della pubblicazione dedicata al documento), ai rappresentanti del Consigli pastorali convocati per l’occasione (leggi qui il testo integrale).
La Buona notizia
Omelia intitolata, appunto, «Buone notizie: la missione continua», e che, a partire dalla pagina del Vangelo di Matteo al capitolo 21, con l’entrata festante del Signore a Gerusalemme, diviene un modo per parlare di oggi, di quella emblematica città in cui «la gente forse è troppo occupata e non ha tempo per accogliere il Signore che viene; è troppo sospettosa, stanca, delusa, presa da altri pensieri, intenta ai propri affari, angosciata per i propri guai, distratta e attratta altrove da infinite seduzioni».
Dove rintracciare, dunque, la buona notizia? Nel non rassegnarsi, suggerisce subito l’Arcivescovo: «Noi non ci chiudiamo, non ci lasciamo scoraggiare dall’indifferenza della gente, da quella che sembra un’invincibile impermeabilità del contesto in cui viviamo, ma lavoriamo, affrontiamo le vicende liete e drammatiche della vita. La buona notizia è questa: il comando del Signore vince le resistenze, permette di superare l’imbarazzo, di evitare lo scoraggiamento dovuto ai fallimenti, di respingere la tentazione della rassegnazione. La buona notizia è questa: uniamo le forze, condividiamo i pensieri, ci appassioniamo ai tentativi, ci lasciamo provocare dalle sfide».
Una buona notizia che, nella nostra Chiesa, è realizzata anche attraverso le Comunità pastorali «come strumento più adeguato per la missione nel territorio in cui abitiamo. In questa decisione condivisa con tutti i Consigli diocesani, Presbiterale, Pastorale, Episcopale e con l’Assemblea dei Decani, abbiamo la persuasione di essere condotti dallo Spirito e siamo convinti che solo la docilità allo Spirito può rendere unita, libera, lieta la nostra Chiesa. La costituzione e la vita delle Comunità Pastorali non è una riorganizzazione burocratica per far fronte alla riduzione del numero dei preti, si tratta invece di una scelta compiuta per lasciarci condurre dall’imperativo della missione e dal vento amico dello Spirito che rinnova e riforma la Chiesa in ogni tempo e in ogni luogo».
Una risposta, quella delle Cp, che risponde ai tempi del presente e del futuro, come sottolinea ancora l’Arcivescovo: «Intraprendere e confermare un cammino nuovo per rispondere a inedite sfide, chiede la scioltezza di lasciare quello che è di intralcio per camminare determinati a portare a compimento la nostra vocazione e a servire alla missione della Chiesa in questa terra. La gente, anche se non sempre lo ammette e forse neppure lo sa, ha bisogno di Vangelo, di speranza, di gioia. Non servirà a nulla una Chiesa triste, lamentosa, stanca, nostalgica. Abbiamo valutato il cammino compiuto dal 2006 a oggi, abbiamo riconosciuto la necessità della Pastorale di insieme, abbiamo riconosciuto le fatiche, le complicazioni, le confusioni, le insoddisfazioni e abbiamo intuito che la Comunità Pastorale è uno strumento più adatto di altri».
Da qui la conclusione che coinvolge ogni ambrosiano: «Siamo convinti che la gioia di annunciare il Vangelo deve convocare e contagiare tutto il popolo di Dio, laici, laiche, consacrati, consacrate, diaconi preti: la missione non deve misurarsi sul numero e sull’età dei preti, ma sull’intensità della fede e della gioia, della carità e della speranza di tutto il popolo cristiano».
La consegna del Direttorio
Poi, al termine della Messa, appunto la consegna del “Direttorio” nelle mani del Vicario per Milano. «Desidero dare un carattere di ufficialità alla consegna di questo testo, perché giunga a tutte le Comunità e impegni a una lettura attenta e a un’esecuzione precisa», spiega l’Arcivescovo rivolgendosi direttamente a monsignor Azzimonti che, a sua volte, dice: «Il Direttorio si offre ora tutta la Chiesa ambrosiana come uno strumento per approfondire meglio praticare la Pastorale di insieme, per eventualmente rivedere e, se del caso, correggere nel loro funzionamento le Comunità più antiche, per accompagnare virtuosamente i processi di costituzione di nuove Comunità, per sostenere e ringiovanire lo slancio missionario. La consegna affida ora a voi consiglieri, ovviamente insieme ai responsabili parroci alle diaconie, il compito di rileggere, alla luce del nuovo test, il vissuto pastorale ed esistenziale di ogni Comunità compiendo un esercizio di sinodalità al fine di mettersi in ascolto attivo gli uni degli altri».
Il Direttorio sarà poi illustrato nei dettagli ai responsabili delle Comunità pastorali il prossimo 19 gennaio, in un incontro le cui modalità verranno comunicate a breve.