Dall'incontro del 28 novembre scorso a Binago
Giovedì 28 novembre a Binago ci siamo ritrovati come membri del Consiglio Pastorale e Affari economici di tutte le comunità del decanato, con il Vicario di Zona, il Decano e il relatore don Martino Mortola che ci ha presentato un’estrema sintesi del suo libro-ricerca, scritto “a più mani” UN POPOLO E I SUOI PRESBITERI - La Chiesa di Milano di fronte alla diminuzione dei suoi preti.
Con un tono pacato, sereno, ma preciso e realistico ci ha fatto riflettere su tre piste.
LA REALTÀ E I SUOI NUMERI.
Dalle statistiche condotte ci si rende conto che la Chiesa sta cambiando, il cattolicesimo sta perdendo la capacità di incarnare la fede nel quotidiano e i dati raccolti sono incontrovertibili: un evidente “inverno demografico”, un calo drastico dei matrimoni religiosi e dei battesimi dei nuovi nati, uno “scisma silenzioso” che ha portato un significativo allontanamento dalle S. Messe, una diminuzione dei giovani che scelgono il Seminario o altre forme di vita consacrata. L’invito è stato quello di non lasciarsi condizionare dai numeri, ma di prenderli in considerazione come strumenti utili per conoscere la realtà attuale e per cercare con coraggio idee e proposte per nuove piste di rilancio dell’Annuncio.
ALCUNE ESPERIENZE
Don Martino ci ha presentato poi due esperienze delle diocesi di Bolzano e Torino, dove il calo dei sacerdoti ha portato a trovare nuove vie per “tenere vive” alcune comunità, anche senza sacerdote, grazie alla costituzione di team pastorali (formati da laici preparati e “a tempo”) con mandato del Vescovo, in un’ottica di corresponsabilità e non di semplice collaborazione. La prospettiva è quella che già il Cardinale Martini, a suo tempo, indicava: “Un presbiterio capace di pensare insieme, con amore, la propria missione nel mondo di oggi. Pensare insieme obiettivi e metodi dell’azione pastorale e di verificarne l’attuazione lungo il cammino”. Altre esperienze dove non necessariamente il prete abita da solo nella “sua” comunità, ma dove alcuni sacerdoti vivono insieme, nel confronto e nel sostegno reciproco, occupandosi durante la giornata di comunità diverse.
LA PROPOSTA.
Considerando che ai preti viene chiesto troppo non solo come tempo, ma anche come energie/pensieri/organizzazione e che le nostre parrocchie sono “obese” di strutture, è auspicabile la cura della “dieta dimagrante”, ossia un ritorno all’essenzialità, a comunità vive e in ascolto che sanno coinvolgere la gente. La diminuzione fisiologica dei sacerdoti nelle nostre comunità porterà a cambiamenti e scelte sicuramente non facili e condivise; l’invito che ci è stato fatto è quello di prepararsi per tempo, consci della situazione precaria, con riflessioni e proposte comunitarie e appassionate.
Forse occorre sostare nella transizione e lavorare di mente e di spirito, perché insieme si cominci ad immaginare il volto della Chiesa che lo Spirito sta donandoci. Una Chiesa in uscita che, pur nella provvisorietà e nel repentino cambiamento, consente di mantenere quella serenità che sgorga dalla consapevolezza di essere immersi in un Disegno, che sta alla nostra libertà e alla nostra fede discernere insieme. Quale, quindi, la nuova forma di Chiesa richiesta per l’annuncio del Vangelo nel nostro tempo? Mi sembra una bella sfida per il nuovo Consiglio Pastorale!
P.S. Lettura consigliata di questo libro